giovedì 28 febbraio 2013

Le basi: il panbrioche delle (adorabili) sorelle Simili



Un paio di giorni fa ho preso una decisione importante: stavolta niente pseudo-briochine, né focaccine dolci. Stavolta faccio le brioches. Le brioches vere, le brioches francesi. Ho agguantato Mastering the Art of French Cooking e 'Dolce' della Maison Ladurée e mi sono messa a studiare. La Child mi ha subito avvertito: “ per questa ricetta avrete bisogno di almeno 7h”. Uhm.
Il  mastro pasticciere Philippe Andrieu invece mi intima di agguantare 180g di burro per miseri 280g di farina.
Sopraffatta dalla paura di una colazione con il 200% di grassi saturi e conscia del fatto che quelle 7h avrei dovuto sottrarle dalle ore di sonno, ho optato per una via di mezzo tra le mie adorate pseudo-briochine-con-non-troppo-burro e delle burrosissime-mamma-mia-chissà-che-buone-brioches. Ed ecco che entrano in scena le Simili e il loro panbrioche :) 
Guardatele, che grintose e sorridenti, non avevo dubbio che una ricette di due bellissime siorette come loro sarebbe stata un successo, e così è stato :)
Questo è un impasto assai versatile: si presta a formare delle belle treccie o dei pani da fare a fette, ma anche dei formati mignon.
É' abbastanza neutro, quindi si può mangiare con marmellate, confetture, miele, ma anche in accompagnamento a formaggi e paté. E poi oh, non dimentichiamoci dei French Toast! (si beh, a questo punto i miei buoni propositi sulle colazioni che vorrebbero essere leggere vanno letteralmente a farsi friggere!)

Per il lievitino:
150g farina di forza
90g acqua
30g lievito di birra

Per l'impasto:
350g farina di forza
50g acqua
100g burro
30g zucchero
10g sale
2 uova


Il lievitino: sciogliere il lievito nell'acqua tiepida, aggiungere la farina e mescolare bene il tutto (1). Far riposare coperto per 40-50', fino al raddoppio (2).
l'impasto: mescolare insieme la farina, il sale e lo zucchero e fare la fontana (3). Mettere al centro le uova (4), sbatterle con una forchetta insieme all'acqua e iniziare a incorporare pian piano un po' di farina. Aggiungere il burro mobido (5) e continuare ad incorporare la farina, prima con la forchetta, poi con le mani. Impastare bene finché il composto sarà liscio ed omogeneo (6).
Stendere l'impasto e mettere il lievitino, ormai pronto, al centro (7), quindi ricoprirlo con i lembi di pasta e lavorare il tutto finché non saranno più visibili strie bianche e gialline, ma l'impasto sarà ben omogeneo (8). Far lievitare coperto per un'ora e mezza circa, fino al raddoppio (9). La pasta è pronta per essere usata! :)


Ricetta tratta da “Pane e roba dolce” delle sorelle Simili

martedì 19 febbraio 2013

La zuppa della convalescenza


La vostra bucciola al momento è un po' provata. Molto probabilmente nel suo pancino c'è stato un mega party con qualche ospite indesiderato che l'ha decisamente scombussolata. Per farvi capire la gravità della situazione, anche solo il pensiero della colazione mi faceva ribaltare lo stomaco (!).
Ma siamo in fase di (graduale) miglioramento. Quindi non è ancora il momento di allietarsi con i cinque diversi formaggi che incredibilmente albergano contemporaneamente nel mio frigo (di cui due arrivano direttamente da un delizioso spaccio in mezzo alle Dolomiti ♥ ), ma una zuppa leggera leggera e digeribile possiamo affrontarla e godercela.
Si da il caso che nonostante la mia sexitudine fosse paragonabile a quella di una lontra, con tanto di rimasugli del trucco del giorno prima spalmati per mezza faccia, capelli arruffati e impossibilità a spostarmi dal mio bozzolo di coperte sul divano, pena sheckeramento pericoloso del pancino, ho ricevuto abbontanti coccoline in questi momenti di abbruttimento. Ho ricevuto di fumetti per combattere la noia e minestrina per scongiurare il rischio deperimento (non che io sia particolarmente a rischio in questo senso, modestamente parlando ho riserve che mi permetterebbero di rimanere morbida e soffice dopo aver affrontato digiuni ben più importanti di questo).
La minestrina era spaziale: stelline (mi chiedo che ragione di esistere abbiano tutti gli altri mini-formati, quando esistono le stelline!) che nuotano beate in un bbbbuonissimo brodo di colli di tacchino ♥. E si, lo ammetto, ci ho messo anche il formaggino. E se è per questo, per la lettura post-cena, tra Frankenstein, Paperino e Dylan Dog (l'Harrison non c'è neanche entrato nella competizione) ho scelto Paperino. E sono andata a dormire alle 21,30. Il malessere mi ha fatto tornare cinquenne insomma! :)
E insomma, per arrivare alla famigerata zuppa (che logorroica santoddio), dato che oggi riesco a stare in piedi senza sentirmi troppo delle maracas al posto dello stomaco, ho deciso di usare la carne per farne delle polpettine gustose ma leggere, e aggiungere qualche funghetto per dare un po' di sapore, ma con moderazione, che non voglio far indispettire la mia stupida, permalosissima pancia :)


Per quattro persone malaticce:
3 colli di tacchino lessi (circa 200g di carne)
2 patate lesse
1 albume
1 ciuffetto di prezzemolo
1 bustina di zafferano
la scorza grattugiata di mezzo limone
8 funghi shiitake secchi
1 l di brodo di tacchino o di pollo

Le polpettine: spolpare con santa pazienza i colli e raccogliere la carne nella ciotolina del tritatutto, aggiungere un ciuffetto di prezzemolo, la scorza del limone, l'albume e frullare il tutto. Versare in una ciotola, aggiungere mezza patata lessa schiacciata (100g), lo zafferano e mescolare bene il tutto. Formare delle polpettine e tenere da parte.
Mettere i funghi in ammollo in acqua tiepida per almeno 20' o finché saranno morbidi, quindi scolarli e tenere da parte.
Portare a ebollizione il brodo, aggiungere i funghi e cuocere per 5'. Aggiungere le polpettine e proseguire la cottura per circa 2', finché le polpettine vengono a galla, quindi aggiungere le patate rimaste tagliate a cubetti far riprendere il bollore e spegnere. Pronta!

Note:
  • va benissimo anche se usate degli altri tagli di carne lessa, magari dei fusetti di pollo :)
  • Potete aggiungere alla zuppa anche le carote del brodo, ma io le avevo già mangiate ieri insieme alle stelline :)

lunedì 4 febbraio 2013

Treccine alla crema


Io sono un'affezionata delle tradizioni. Ebbene, io e la mia amica bella-bionda-con-gli-occhi-blu ne abbiamo tante e ne abbiamo avute di più. Quando abitavamo insieme (♥) era il tripudio delle tradizioni, dal taj all'osteria sotto casa quando lei tornava da uno dei suoi fantatrilioni di impegni, ai programmi spazzatura su MTV con annesso mal di pancia dalle risate, alla colazione al bar vicino casa del sabato mattina: rigorosamente cappuccino & treccina alla crema. 
Sicchè, memore dei bei tempi, un paio di giorni fa mi è venuta voglia di provare a farle in casa. Buon risultato, ma ho fatto un gravissimo errore: ieri, alla tradizionale domenica di colazione + studio + pranzo insieme con lei e la sua adorabile e altrettanto bella-e-bionda mutter mi sono dimenticata di portarle D: 
Spero solo che anche il mio Alzheimer precoce non sia già una tradizione!

Enjoy!


Per una ventina di focaccine:
Per l'impasto:
200g farina 00 + un po' per il piano di lavoro
200g farina manitoba
70g zucchero
50g burro
2 pizzichi di sale


Per il ripieno:
2 manciate di uvetta sultanina, fatta rinvenire in acqua tiepida per almeno 1h.


L'impasto: sciogliere il lievito in 50ml d'acqua e far riposare per una decina di minuti. Nel frattempo versare in una ciotola capiente le farine con lo zucchero e il sale, mescolare bene e fare un buco al centro. Versare l'acqua con il lievito nel buco e iniziare a inglobare pian piano la farina prima con una forchetta e poi con le mani, aggiungendo altra acqua tiepida, quanta basta per ottenere un impasto morbido. Aggiungere il burro fuso a filo e continuare a impastare. Rovesciare l'impasto su un piano infarinato e impastare con vigore per una decina di minuti, finché risulterà liscio ed elastico. Metterlo in una ciotola pulita, coprire con della pellicola e far lievitare al calduccio e a riparo da correnti d'aria per un'oretta (o comunque fino al raddoppio).
Stendere l'impasto (io l'ho diviso in due metà per facilitare l'operazione) a uno spessore di circa ½ cm, quindi ricavarne delle strisce di 10x 30. Spennellare una striscia di impasto con un bello strato di crema e distribuirci un po' di uvetta sopra, quindi arrotolarla su se stessa sul lato più lungo. Tagliare il cilindro ottenuto in due metà per il senso della lunghezza e intrecciarle tra loro. Tagliare quindi la trecciona in tre treccine da circa 10cm ciascuna, schiacciando bene le estremità per sigillarle. Procedere allo stesso modo con tutte le strisce, quindi riporre le treccine su teglie foderate di carta forno, al calduccio, a lievitare fino al raddoppio (un'oretta circa).
Infornare a 180°C per 15-20', o comunque finché saranno dorate. Buone colazioni! :)

Note:
  • se volete potete lucidarle spennellandole con del tuorlo sbattuto con un goccio d'acqua, prima della seconda lievitazione;
  • superano brillantemente la prova freezer :)