“Una mattina mi son svegliata,
o fame, ciao! fame, ciao! fame, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliata
con la voglia di erbazzon
O Parmigiano, dove sei,
o fame, ciao! fame, ciao! fame, ciao, ciao, ciao!
O Parmigiano, dove sei,
ché mi sento di morir."
E insomma è iniziata così, con una Buccetta che si
sveglia vogliosissima di erbazzone, e dopo una concitata battaglia col frigo si
arrende all’evidenza: ero convinta di si, convintissima, c’avrei gggiurato, c’avrei
scommesso la collezione ciddì, ma in realtà no, il Parmigiano non l’avevo
comprato.
Superato il momento di lutto, per quell’erbazzone così a
lungo desiderato (un’intera mattinata a pensarci, a immaginarlo, a pregustarlo
schioccando la lingua… sei ore lunghe un’eternità) e mai nato, si mette in moto
il cricetino: ormai la ricetta tradizionale è andata a farsi friggere, quindi,
bellissimi, ultimi fagiolini dell’anno che ve ne state in frigo, è il vostro
momento;
A sto punto tanto vale fare delle monoporzioni, così da rimpinguare
il freezer e godersi il senso di intima sicurezza che solo scorte alimentari
sufficienti per settimane di isolamento dal mondo possono dare;
Il calzone è la monoporzione più semplice, certo. Ma la
panadas ha la chiusura così bellina….
Ecco, questa è la storia di questi erbazzocalzonadas.
Buonissimi.
So che sembra un po’ la storia della volpe e l’uva, ma
devo dire che hanno anche sedato il mio attacco di erbazzonite acuta.
Per quattro:
Per la sfoglia:
125g farina 0
125g farina integrale
½ cucchiaio di strutto
Un pizzico di sale
Per il ripieno:
1 cipolla piccola
1 cucchiaio d’olio
50g pancetta affumicata tesa (facoltativo. Ma ormai che
ho messo lo strutto…)
800 g bietina
500g fagiolini
1 cucchiaino di sale
Preparare la sfoglia: mescolare le due farine con il sale
e fare la fontana. Mettere al centro lo strutto e acqua tiepida, gradualmente,
impastando prima con una forchetta e poi con le mani, per almeno una decina di
minuti, fino a ottenere un impasto morbido ed elastico, ma non appiccicoso. Formare
un panetto, avvolgerlo con della pellicola e lasciar riposare.
Il ripieno: scaldare l’olio in una pentola ampia e
aggiungere la pancetta tagliata a cubetti piccoli piccoli piiiiiiccoli e la
cipolla tritata fine, far stufare per 10’, a fuoco basso e pentola coperta.
Lavare e mondare le bietine, tagliarle a pezzi e aggiungerle
alla cipolla. Salare leggermente, mescolare e rimettere il coperchio. Cuocere per
una ventina di minuti, col coperchio, a fuoco basso, aggiungendo un goccino d’acqua
all’occorrenza, finchè le verdure
saranno morbide (oltre chè notevolmente ridotte di volume).
Lavare i fagiolini, spuntarli e lessarli in acqua
leggermente salata per 10’ o finché morbidi. Scolarli e lasciar raffreddare.
Passare al mixer sia i fagiolini che le biete, mescolare
il tutto e regolare di sale: habemus ripieno!
Dividere l’impasto per la sfoglia in quattro parti e
stendere ognuna in un disco sottile, di circa 30cm di diametro. Dividere il
ripieno tra i quattro dischi, distribuendolo su metà cerchio, inumidire i
bordi, piegare a mezzaluna e sigillare gli erbacalzonadas pizzicando la pasta. Bucherellare la superficie qua e là.
Cuocere in forno caldo a 200°C fino a doratura. Buoni caldi,
buonissimi tiepidi.
Una volta freddi possono essere congelati.
Note:
- Molto più lunghi da raccontare che da fare: volendo si possono fare anche solo di bietine, io non ho saputo resistere agli ultimi fagiolini (e poi, mi duole ammetterlo, ma traggo un piacere perverso dallo sporcare il maggior numero di vettovaglie per ricetta.)
- Diventano facilmente vegetariani, e in altre circostanze l’avrei fatto senz’altro, ma io se si parla di panadas, o anche solo di –nadas, non riesco a non mettere lo strutto, ci provo eh, ma non riesco. My bad.