Avete presente quelle giornate un po’ così, quelle
giornate che ti svegli convinta di avere di nuovo un micio, e dopo 5 minuti
realizzi che era solo un sogno.
Quelle giornate che più triste che
essere una gattara a 24 anni è solo essere una gattara mancata a 24 anni.
Quelle giornate che fuori c’è il sole ma dentro casa regna il buio perché tutte le finestre sono bloccate da dei ponteggi (e ti poni degli
interrogativi profondi tipo macheminchia
staranno mai facendo);
Quelle giornate che
l’unica stanza non oscurata della casa è il bagno e l’umore è quello giusto per
autoinfliggersi un po’ di sofferenza in strappi, finché mentre sei lì che cerchi
di dare una mano all’ evoluzione e passare da Australopithecus pelosus a Donna sapiens ecco che un
giovanotto baldanzoso ti fa cucù da un ponteggio è l’unica cosa che si strappa
è la tua dignità;
Quelle giornate che tiriamoci su il morale con un po’ di
musica! “Anche oggi è domenica / Tutta d’oro
/ La gente luccica / Mentre osserva le anatre / Inventandosi la felicità / La
sorvolo e capisco / Che maledice la mia diversità / Ma nel parco ci abito / È la
vita mia / Esser simbolo di paura e di morte / Sono tenebre i miei abiti / I
bambini sorridono / mamma, guardalo, che bestiaccia è?“
Quelle giornate che “oh! Ma ora che ci penso non ho ancora visto
com’è finita quella serie tv simpatica, vedrai che un sorriso
ci scappa..!” e invece a scapparmi è solo una citazione di Martellone di Boris (per
rispetto dei non adepti alla religione della parolaccia -di cui sono una fiera adepta-, mi limiterò a citare “sceneggiatore cane che rubi il lavoro a
quelli bravi!” ma devo dire che l’ho sciorinata quasi tutta a memoria, e questo
in effetti si, l’umore un po’ me l’ha migliorato).
Quelle giornate un po’ così, in cui neanche la
pet therapy può salvarti, chè tra la tua faccia e i loro tartufi c’è il Tirreno.
Ecco, per quelle giornate c’è solo una cura.
La Sorellina.
2 ore, 37 minuti e 17 secondi di pura foffosità via etere
(che “tanto mamma ha i minuti gratis” (!!!)).
Due paia di orecchie sciolte, due ugole affaticate, un
soffocamento sfiorato (ciliegie e risate: un mix potenzialmente mortale), e “ma
la pubblichi la ricetta dei pancake?!”
Ma io dico, ma come si fa a dire di no a quella vocina?!
Questi sono i pancake della mia sorellina, che poi sono i
pancake alla ricotta di Nigella.
Io però li ho resi a pois, che i pois rendono migliore
ogni cosa, e ho aggiunto la vaniglia e la scorza di limone (ma c’è qualche cosa
dove non aggiungerei scorza di limone?) :)
Sono STRABUONI, soffici e profumati, leggerissimi (io
associo Nigella a parole come “diabete”, “zucchero o morte”, ma alle volte
anche lei mi stupisce!), si possono congelare e scongelare all’occorrenza e con
un po’ di frutta e dello sciroppo d’acero vi viene fuori una popò di colazione
:)
Per 16 pancakes[1]
:
250g ricotta[2]
125ml latte parzialmente scremato
100g farina
2 uova
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
La scorza grattugiata di mezzo limone
½ cucchiaio di semi di papavero
Per servire:
Frutta fresca a piacere (io stavolta fragole e mango, ma
anche pesche e albicocche spaccano, e ovviamente idem per i classici frutti di bosco)
Miele, sciroppo d’acero o sciroppo di miele e limone
(shakerando 1 parte di miele e 2 di succo di limone ;) )
Separare i tuorli dagli albumi. Montare a neve ferma gli
albumi e tenere da parte.
Lavorare la ricotta con un cucchiaio di legno insieme
alla scorza di limone, ai semi di papavero e all’estratto di vaniglia.
Aggiungere il latte e i tuorli e mescolare bene. Aggiungere la farina
setacciata insieme al lievito e amalgamare il tutto. Unire gli albumi e
mescolare il tutto dall’alto verso l’alto, per non far smontare il composto.
Ungere leggermente una padella antiaderente (se avete una
padella veramente antiaderente non ce
ne sarà bisogno) e farla scaldare bene. Abbassare il fuoco e versare un
cucchiaio di impasto, allargarlo con il dorso del cucchiaio in una frittellina
di circa 10cm di diametro e far cuocere per circa un minuto, finché i bordi si
saranno rappresi e la superficie sarà piena di bollicine, quindi girare il
pancake. Cuocere anche sull’altro lato e hop! proseguire fino a esaurimento
dell’impasto e servire accompagnato da frutta fresca e un filo di miele, (o
sciroppo d’acero o uno sciroppino di miele e limone) e qualche scorzetta di limone :)