Per
la cronaca, io sto bene qui nella patrie dal Friul, mi piace la mia
città d'adozione, la gggente (certo, mi sento un po' un puffo che si
è perso in mezzo agli umani, in mezzo a tutti 'sti spilungoni, ma
vabbè), e tutte le meraviglie naturalistiche del fvg, dalle Alpi al
Collio, dal Carso a Lignano Sabbiadoro (ahah! Scherzo, lignano
decisamente no).
Però
ovviamente ogni tanto ho nostalgia della mia isoletta. Soprattutto in
primavera, che secondo me è la stagione mejo per apprezzarla, e
soprattutto quando succede che sono costretta a passare le vacanze a
studiare, mentre mi pare quasi di sentire i miei cuginetti che
scartano le uova di pasqua e giocano col nuovo cagnolino, fuori piove
e pare che la casa mi rigetti: nel momento del bisogno, leggasi anche
'ho finito le mutande' si rompe la lavatrice. Buccetta, in cui la
girl power scorre potente, la aggiusta, che tanto lo so, è solo la
cinghia che salta ogni tanto: smonta-rimetti su la cinghia-rimonta.
Ma la lavatrice fa un tonfo e la cinghia salta di nuovo. Buccetta
ringhia, smonta-rimetti su la cinghia-rimonta. La lavatrice riparte
e BUM, sempre il solito tonfo, buccetta stavolta ringhia, impreca,
lancia il cacciavite e se ne va a dormire, che è anche mezzanotte e
mezza.
Il
giorno dopo chiama il tecnico che arriva, smonta e...la cinghia è a
posto. Morale della favola: avevo lasciato il cestello aperto e
giustamente, la povera lavatrice, ingiustamente insultata non
partiva. Buccetta, in cui la girl power è morta e l'imbarazzo scorre
potente, paga il tencico e si sotterra.
Buccetta
torna sui libri e giusto in tempo per quando fa buio e i negozi sono
chiusi la lampadina si spegne con un allegro scoppiettio. Buccetta
impreca (di brutto).
L'indomani
buccetta esce a prendere la lampadina e con lei un bel po' di
pioggia, cambia la lampadina e puf, buio fu, comunque, e in effetti
l'attacco della lampadina è di una elegantissima nuance grigio fumo.
Buccetta impreca (di brutto, brutto brutto) e continua a studiare al
lume di abat jour, con quella deliziosa luce soffusa che ti fa venir
voglia di farti un pisolo.
Con
tutte queste sfighe c'è solo una cosa che può consolarmi: fare la
pasta fresca e profumare la casa di zafferano.
Sperando
che insieme alle 'vacanze' siano finite anche le sfighe, ecco i
malloreddus alla campidanese, con un sacco di salsiccia e tantissimo
zafferano ♥
Per
quattro persone:
per
i malloreddus:
320g
semola di grano duro
2
bustine di zafferano Monreale o due pizzichi di pistilli
acqua
qb
per
il sugo:
300g
salsiccia fresca
1
cipolla
2
bustine di zafferano Monreale o due pizzichi di pistilli
700ml
di passata di pomodoro
olio
evo
sale
& pepe
un
bel ciuffo di basilico
pecorino
sardo stagionato A MANETTA
Preparare
i malloreddus come descritto qui, quindi lasciarli ad asciugare su un
vassoio cosparso di semola mentre si prepara il sugo.
Il
sugo: tritare la cipolla e stufarla dolcemente in due cucchiai
d'olio, coperta, in modo che non si scurisca. Elimanere il budello
della salsiccia e spezzettarla con le mani, farla rosolare in
un'altra padella, senza aggiungere grassi (i suoi sono più che
sufficienti!) a fuoco vivace, finché sarà ben dorata. Scolare la
salsiccia dal suo grasso e aggiungerla alla cipolla. Mescolare il
tutto e aggiungere la salsa di pomodoro. Portare a bollore, abbassare
il fuoco a minimo e cuocere per circa 30', aggiungendo a metà
cottura lo zafferano. Spegnere il fuoco, aggiungere il basilico,
mescolare e tenere da parte, coperto. Nel frattempo cuocere la pasta
e grattuggiare una vagonata di pecorino. Quando la pasta è cotta
metterla in una bbbella padella capiente col sugo, aggiungere il
pecorino e saltare per qualche minuto. Servire subito e leccarsi i
baffi :)
Gustosi!!!
RispondiEliminaProvati oggi e piaciuti tantissimo! <3
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