lunedì 30 aprile 2012

Tagliolini allo zafferano & primizie


Aggiornamento dell'ultim'ora: ho appena visto che ho vinto il contest di "nuvole di farina" con  la ricetta delle verrines panna, fragola, limone e erbe aromatiche *___* inutile dire che sono emozionatissimissima, saltellante, urlettante e cinguettante *_* ringrazio Stefania, che ha organizzato il contest, i miei 80 (!!!!) follower <3, e anche il sig. Silvano, che mi vende le bellissime fragole e limoni con cui ho fatto il dolcetto <3 e anche il signore delle erbe aromatiche <3 e anche il mio morosetto, la mia coinquilina e il mio amico Gilby che hanno fatto da cavia per quel dolcetto lì *_*


Vi ricordate il post sulla pasta fresca allo zafferano della scorsa settimana? Ecco, tra le altre cose ci ho preparato questo piatto qui, supervelocissimo, leggero, gustoso e pieno di primavera *_*  Mi è piaciuto talmente tanto che l'ho fatto tre volte in quattro giorni! :)
Mi rendo conto che la foto è (per usare un eufemismo) oscena, però la pasta era troppo invitante e profumata per rischiare che si raffreddasse mentre cercavo di immortalarla... :P
Per due persone:
2 carotine novelle
3 zucchine novelle con il fiore (+ due fiori per decorazione)
1 cipollotto
Una manciata di fave fresche
Tre manciate di piselli freschi
2 cucchiai d’olio EVO

Mondare (e sbucciare, nel caso delle carote) le zucchine e le carote, tagliarle in quattro nel senso della lunghezza e poi a dadini piccoli. Affettare finemente il cipollotto. Sgusciare le fave, immergerle in acqua fredda per una decina di minuti e togliere la pellicina esterna, che le rende amare (dopo aver fatto il bagno la pellicina viene via che è un piacere!). Sgranare i piselli e tenere da parte. lavare delicatamente i fiori di zucchina (io per non rovinarli uso un panno umido), rimuovere il pistillo, che è amaro, e tagliarli a striscioline con le mani, tenendone da parte due integri per la decorazione.
Scaldare l’olio in una padella capiente e ribaltarci dentro tutte le verdurine, eccetto i piselli e i fiori di zucca. Saltare a fuoco vivace per 5’. Nel frattempo cuocere i tagliolini in abbondante acqua salata per 1-2’ (appena vengono a galla sono pronti!), scolarli bene e saltarli un minuto in padella con le verdure, aggiungendo i fiori e i piselli. Impiattare e decorare con i fiori di zucca rimasti :)
GNAM!

giovedì 26 aprile 2012

Blanquette de veau à l’ancienne di Julia Child


Ogni tanto mi viene una voglia irrefrenabile di qualcosa-dal-libro-della-Child. E' più forte di me, è l’irresistibile richiamo della cucina fransè. Avete presente Ulisse che non riesce a resistere alla voce delle sirene se non legato? Ecco, uguale, solo che la vocetta che sento io ha la erre moscia e promette  poderose, ipercaloriche bontà e, differenza non da poco, nessun marinaio può legarmi all’albero maestro per non cadere in tentazione!
Ecco dunque che, governata da forze ben più potenti della mia volontà, ho preparato questo stufato. Una bontà che non vi dico, la carne è tenerissima e delicata, la salsina è di un godurioso che più godurioso non si può e funghetti e cipolline completano il quadretto *_* rispetto ad altri stufati presenti su queste pagine (e mi riferisco al beouf bourguignon e alla carbonnades à la flamande) è certamente molto più delicato, adatto quindi anche alla primavera (almeno come gusto, come kcal….uhm…) e penso che sarebbe gradito anche ai bimbi :)
Bon appétit!

Per tre persone:
680g carne di vitello tagliata in pezzi di 50g/5cm
570-855ml brodo di pollo freddo
1 cipolla piccola steccata con un chiodo di garofano
1 piccola carota, pelata e tagliata in quarti
Un bouquet medio di erbe*
un gambo di sedano
Sale

Per le cipolline ("oignons glacés à blanc"):
9-12 cipolle pelate di circa 2,5 cm di diametro
75ml brodo preso dalla casseruola con il vitello bollente
10g burro
1/8 tsp sale

Per i funghi e la salsa vellutata:
30g burro
30g farina
430ml brodo di cottura del vitello
9-12 funghi freschi (cappelle) di circa 2,5cm di diametro bagnati con ½ cucchiaio di succo di limone
Sale e pepe bianco
½ - 1 cucchiaio di succo di limone
1 cucchiaio di panna o brodo

Per la crema:
1-2 tuorli
70ml panna
1 cucchiaio di prezzemolo tritato

* il bouquet medio di erbe è fatto con: 4 gambi di prezzemolo, ½  foglia di alloro e ¼ cucchiaio di timo secco, avvolti in una garza e legati con un po’ di spago.

Mettere i pezzi di carne in una casseruola e aggiungere tanta acqua fredda quanta basta per coprire la carne di circa 5 cm. Portare a bollore e far bollire per 2’. Scolare la carne e sciacquarla rapidamente sotto l’acqua fredda per rimuovere ogni traccia di schiuma. Lavare la pentola e rimetterci dentro la carne. Coprirla di brodo per 2,5cm. Portare lentamente a bollore e, se necessario, schiumare. Aggiungere le verdure e il bouquet di erbe. Assaggiare e regolare di sale. Coprire parzialmente la casseruola con un coperchio e far bollire molto lentamente per 1 ora e 15- un’ora e 30’, finché  la carne sarà tenera (fare la prova “pugnalata con la forchetta" :) ) ma non troppo cotta.

Le cipolline: (oignons glacés à blanc)
mentre la blanquette sta bollendo preparare le cipolline:
mettere le cipolle in una pentola con 75ml di brodo di vitello di cui sopra e il burro, aggiustare di sale e pepe e aggiungere il bouquet di erbe. Coprire e portare a bollore molto lentamente, rotolando le cipolline nella pentola di tanto in tanto, per 40-50’. Le cipolline non dovranno essere colorate (le mie un po' lo sono, mi son distratta! :(), ma perfettamente tenere e mantenere la loro forma. Se tutto il liquido è evaporato durante la cottura aggiungerne altro a cucchiaiate. A fine cottura eliminare il bouquet di erbe.

 Quando il vitello è tenero, scolarlo (conservare il brodo di cottura). Risciacquare la pentola e rimetterci la carne, mettere le cipolline sopra la carne.

I funghi e la salsa vellutata:
In una pentola sciogliere il burro, aggiungere la farina e cuocere a fuoco basso finché schiumano insieme per 2’. Fuori dal fuoco aggiungere il brodo di cottura della carne, battendo vigorosamente con una frusta. Rimettere la salsa sul fuoco e portare a bollore, sempre sbattendo. Far bollire per 10’. Togliendo frequentemente la pellicina che si forma in superficie. Aggiungere le teste dei funghi e cuocere per 10’ ancora, schiumando. Assaggiare la salsa e aggiungere Sale, pepe e succo di limone.

Circa 15’ prima di servire portare tutto a bollore nuovamente, cospargendo la carne con i funghi e la loro salsina. Coprire e far bollire per 5’. Togliere dal fuoco.  
In una ciotolina  sbattere bene con una frusta la panna coi tuorli: quando il composto sarà omogeneo aggiungere gradualmente 150 ml di salsa bollente, sempre sbattendo. Rovesciare dunque questo miscuglio (panna-tuorli-salsa) nella pentola contenente la carne, inclinandola e spostando il vitello e le verdure per mescolare bene la salsa.
Mettere la pentola sul fuoco, e amalgamare il tutto scuotendo leggermente la pentola, finchè la salsa si sarà un po’ ispessita, ma senza portare a bollore. Servire con riso bianco o patate, decorare con un po' di prezzemolo.

Ricetta tratta da "Mastering the art of French Cooking"

lunedì 23 aprile 2012

Le basi: la pasta fresca senza uova allo zafferano Monreale


C’è chi per scaricarsi i nervi dopo una giornata faticosa, dopo una settimana piena di impegni, si fa una bella corsa, una passeggiata, una biciclettata. Buccia invece no, lei impasta. Infatti Buccia ha il gomito dell’impastatrice e le chiappone da mangiatrice di carboidrati :D
Ebbene questo fine settimana mi sono sfogata abbastanza, facendo tagliolini a manetta e già che c’ero anche la pizza :)
Da brava sarda ADORO lo zafferano, e l’ultima volta che sono stata nell’isoletta ho ben pensato di ficcare in valigia, tra una forma di formaggio e una piantina di mirto (true story!) anche una confezioncina di zafferano Monreale in fili. E anche una serie di bustine, che non si sa mai :). Inutile dire che è una roba spaziale. Come mi è stato spiegato da un Sangavinese (Ale, si dice così? ) doc, a San Gavino Monreale, oltreché una lunghissima tradizione c’è anche un tipo di terreno e un microclima ideale per la produzione dello zafferano, mica bazzecole! :)
Ecco quindi il prodotto del mio uìc end :)

Per 300g pasta:
200g semola di grano duro
100-120ml d’acqua
Un pizzico di fili di zafferano (e/o una bustina)

Mettere la semola sul piano di lavoro e disporla a fontana, facendo una fossetta bella ampia al centro (1). Se si usano i fili di zafferano avvolgerli in un pezzetto di carta d’alluminio,  chiudendo bene il pacchetto su ogni lato (2). Posare il pacchetto sopra il coperchio caldo di una pentola in cottura, perché si tosti per 2-3’. Sfregare con un cucchiaio la superficie del pacchetto per sminuzzare lo zafferano. Versare lo zafferano nella fossetta (3), quindi iniziare ad aggiungere l’acqua, gradualmente (4) (se come me, vi pare che lo zafferano non sia mai abbastanza :P, aggiungete pure una bustina (5)). Iniziare ad impastare prima con una forchetta (6), poi con le mani, sempre aggiungendo poca acqua per volta, finché tutta la farina sarà incorporata e l’impasto sarà abbastanza morbido. Con una spatola, togliere tutte le caccoline (termine tecnico, ovviamente) di pasta più o meno dura che saranno rimaste sul piano (7). Lavorare energicamente la pasta per una decina di minuti, schiacciandola coi pugni e stirandola con il palmo delle mani (8), finchè l’impasto non sarà diventato molto elastico (con gli stimoli meccanici infatti si ha l’attivazione della componente proteica dell’impasto, che conferisce appunto elasticità). Formare una palla (9) e farla riposare per almeno mezz’ora, coperta da un canovaccio.
Ora non resta che decidere che forma dare alla pasta :)
I tagliolini:
insemolare per bene il piano di lavoro e stendere la pasta col mattarello1, ruotando ogni tanto la pasta di mezzo giro: in questo modo sarà più semplice ottenere una sfoglia dalla forma regolare. Rigirare ogni tanto la sfoglia e insemolarla da entrambi i lati, per evitare che si attacchi al piano e/o al mattarello. Lo spessore finale della sfoglia ovviamente varia secondo i gusti, a me piace fina fina, meno di 1mm :) (10).
Insemolare bene la sfoglia, quindi piegarla su se stessa (11) fino ad ottenere una specie di salsicciotto. Tagliare il salsicciotto a fettine sottili, di 2-3mm (12), quindi srotolarli raccogliendoli con le mani e facendoli saltellare sul piano (13). I tagliolini sono pronti! :) non resta che disporli ben sparpagliati su un piano/vassoio cosparso di semola e farli asciugare per un paio d’ore e sono pronti per essere cotti!
1: io sono un po’ castigata, quindi preferisco dividere l’impasto in due parti e stenderne una per volta, così riesco a gestirlo meglio e a ottenere una sfoglia decentemente regolare :)
I malloreddus:
staccare dei pezzetti di pasta dalla palla e formare dei salsicciotti grossi all’incirca quanto un indice (11). Tagliarli a pezzettini di circa 1cm (12) e formare gli gnocchi servendosi dell’apposito affarino (13a), del retro di una grattugia(13b) o di una forchetta (13c): in ogni caso basterà poggiare il pezzetto di pasta sull’aggeggio scelto e schiacciarlo e stirarlo con il pollice. Disporre gli gnocchetti su un piano/vassoio cosparso di semola e farli asciugare per qualche ora.
Note:
- una volta che la pasta si è asciugata non dovrebbe più appicicarsi, e può essere conservata per qualche giorno in un sacchetto di plastica ben chiuso in frigo.
- come avrete notato non metto sale nella pasta: non è una svista, è solo che, sale nell'acqua e sale nel condimento (poco) secondo me sono più che sufficienti :)

alcune idee:
tagliolini allo zafferano & primizie


giovedì 19 aprile 2012

Cous cous alla menta, piselli e pecorino



In questi giorno sono in modalità *essere piccolini era meglio*: sarà che nelle vacanze di Pasqua ho fatto una scorpacciata di VHS vintage di quando eravamo (io e tutti gli altri cuginetti) piccini picciò, sarà che quando erano i favolosi '90 non dovevo passare le ore a studiare farmacologia, un divertimento paragonabile a un harakiri ben fatto, ma tant'è.
Questo spiega perché l’ultima volta che sono andata dall’adorabile vecchietto delle verdure sono stata colta da un certo tormento emotivo (e non che mi capiti di rado, eh!): diciamocelo, i piselli freschi sono tanto bellini (e non lasciatevi andare a facili battute!) però spesso non sono un granché, diceva la mia parte razionale, però la parte revival del mio cervello è potente e mi ha ricordato di quando mio nonno portava secchi interi di piselli e mi piaceva tantissimo sgranarli (oltreché mangiarli ovviamente :P ) e poi fare ‘i gabbiani’ con le bucce.
A parte che credo che il  siôr, mentre aspettava che mi decidessi, mi abbia visto con un’espressione che mi piacerebbe definire intelligente e pensierosa, ma probabilmente era tipo così, il punto è che alla fine sono tornata a casa con una vagonata di piselli freschi :)
La maggior parte li ho sgranocchiati così, per alleviare le sofferenze ‘farmacologiche’, e una parte è finita nel mio pranzo, semplicissimo (cioè, praticamente la ricetta è già nel titolo, ma vabbè!) ma assai fresco :)

Per due:
100g cous cous integrale
2 manciate di piselli freschi
50g pecorino fresco (un mese di stagionatura)
Un cucchiaino di olio alla menta
Un rametto di mentuccia
Qualche fogliolina di melissa
Per il pesto leggero alla menta:
10 foglie di menta (grandette, tipo quelle della menta piperita)
2 cucchiai di olio EVO nuovo
1 cucchiaino di pinoli
½ spicchio d’aglio
1 cucchiaio di grana grattugiato

In un pentolino portare a ebollizione 150ml d’acqua, togliere dal fuoco, buttarci dentro il cous cous, coprire e lasciar riposare per una decina di minuti. Nel frattempo sgranare i piselli e tagliare a cubettini il formaggio.
Preparare il pesto schiacciando prima l’aglio (se siete fichi nel mortaio, se siete un po’ burdi come me con lo spremi aglio o, se ne fate in abbondanza, con un mixer/ frullatore a immersione), quando sarà praticamente una crema aggiungere le foglie di menta,  continuando a schiacciare. Quando sarà una bella poltiglia verdolina aggiungere i pinoli, il grana e l’olio, mescolando bene.
Aggiungere l’olio alla menta al cous cous e sgranarlo con una forchetta, quindi aggiungere i piselli e il formaggio, condire il tutto con il pesto e decorare con qualche fogliolina di mentuccia e, se vi piace l’abbinamento limone-menta (a me si, un sacco :) ), con qualche fogliolina di melissa.



Note:

- ho come l’impressione che fatto con qualche ora di anticipo sia ancora mejo :) 

lunedì 16 aprile 2012

Le pardule di nonna 'Cia


Un sacco di post fa avevo detto che il croccante è uno dei miei dolci sardi preferiti. Ebbene, a fargli compagnia sul podio ci sono loro, le pardule (o “is pardulas”, in sardo appunto).
In uno dei ricordi più vividi e patatini della mia infanzia io ero una nanerottola non più che cinquenne e osservavo (e probabilmente gli scassavo i maroni) mio cugino, circa novenne, mentre disegnava. A parte essere molto affascinata dal fatto che i suoi omini avevano una testa perfettamente tonda perché Dani, preciso e pratico come solo un futuro ingegnere può essere, usava una moneta per tracciarne i contorni, mi ricordo che ero stata, è il caso di dirlo, illuminata, da come disegnava il sole. Era praticamente una pardula! :o A parte il fatto che io disegno ancora il sole così, in quel momento sono stata folgorata da un dubbio atroce, uno di quei dilemmi sull’origine delle cose, naturalmente irrisolvibili: “sono le pardule che hanno la forma di sole o il sole che ha la forma di pardula” ?
Ebbene, da quella volta non ho ancora trovato la risposta a questo enigma, in compenso, mentre allora le mangiavo soltanto, ora le pardule le faccio anche :)
In particolare, questa è l’unica, inimitabile, infallibile e assolutamente perfetta, ricetta di mia nonna. Ovviamente ho mangiato le sue a Pasqua, ed erano così buone,ma così buone che per evitare il rischio di crisi d’astinenza prima di spiccare il volo per il Friuli sono andata al mio caseificio preferito (<3 un pecorino come quello che fanno loro non l’ho mangiato mai <3) e ho fatto incetta di formaggio freschissimo per poterle fare anche qui, eccole :)
 
Per una cinquantina di pardulas:
Per il ripieno:
½ kg pecorino freschissimo, appena fatto (il mio era stato fatto il giorno prima) o ricotta ovina
100g zucchero
1 uovo intero (medio)
2 tuorli (medi)
1 limone non trattato (scorza)
1 arancia non trattata (scorza)
Per la sfoglia:
350g semola di grano duro
50g strutto
1 cucchiaio di zucchero
Acqua tiepida qb
Oltreché:
un mattarello
un taglia biscotti tondo di 7 cm
un mixer/tritatutto/

La sfoglia: mettere la semola e lo zucchero in una ciotola, mescolarli un po’ e aggiungere gradualmente l’acqua, prima mescolando con una forchetta, poi impastando con le mani, finché si sarà ottenuto un impasto elastico, ma morbido. Rovesciare l’impasto su un piano ben ‘insemolato’ (:P), aggiungere lo strutto e impastare bene finché quest’ultimo si sarà assorbito: la pasta dovrà essere molto elastica e lavorabile, non unta. Stendere l’impasto sul piano (sempre ben insemolato) in una sfoglia sottile, di 1-2mm di spessore e ricavarne tanti dischetti con lo stampino. Prendere ogni dischetto di pasta tra le mani e pizzicarlo in 5-7 punti con le dita, formando un bordo di circa 1cm e posarlo su una placca da forno (non è necessario ungere la teglia né rivestirla di carta forno). Riempire la teglia di piccoli contorni-di-soli-secondo-mio-cugino-quand’era-piccolino (non serve distanziarli troppo, non crescono mica! :) ).
Il ripieno: tagliare il formaggio a cubetti e tritarlo nel mixer: quando si avranno delle briciolone di formaggio aggiungere la scorza grattugiata degli agrumi, e continuare a tritare finché il formaggio non sarà ridotto in piccolissime briciole, profumatissime e di un bel giallo :). Trasferire il tutto in una ciotola, aggiungere lo zucchero e mescolare bene. A questo punto aggiungere le uova e i tuorli, ma non tutti insieme, uno per volta, mescolando bene con le mani: si deve ottenere un composto molliccio ma non liquido.
Assemblaggio & cottura:  Riempire ogni "cestino" di pasta con un cucchiaio di ripieno e infornare a 200°C per 15’ o finché saranno leggermente dorate in superficie e sotto.
Note:
- il punto critico per la buona riuscita è la consistenza del ripieno: se infatti questo è troppo sodo la consistenza da cotto non sarà un granché, se invece è troppo liquido in cottura scapperà da tutte le parti. Per evitare di sbagliare in questo senso la cosa migliore è aggiungere le uova/tuorli uno per volta, impastare bene e, solo se necessario aggiungere ancora. Quando vi sembra che la consistenza sia ok provate a cuocerne una e fate la prova assaggio, l’unica che non mente mai :) :)


venerdì 13 aprile 2012

Verrines panna, fragola, limone ed erbe aromatiche



Questo dolcetto l’ho fatto qualche settimana fa, sull’onda dell’euforia post fiera del giardinaggio (si lo so, non sono posti adatti a una signorina, ma che volete farci, sono una ragazzaccia, io), in cui ho scovato un vecchietto un po’ matto che aveva delle piantine aromatiche un po’ particolari: menta fragola, menta cioccolato, basilico liquirizia, basilico cannella (*_*)… Ma io ho una volontà di ferro e so resistere alle tentazioni. Infatti non le ho comprate tutte ma solo due :P la Menta pulegium (credo), che è una menta dal profumo classico, ma molto intenso, buonissima! E poi la Salvia rutilans, che invece ha un bellissimo profumo di… ananas! :)
Unite il fatto che dovevo provarle alle solite fragole tentatrici in vetrina ed ecco qui :)

Per quattro verrines:
Per il coulis di fragole alle erbe:
400g fragole
30g zucchero
2 fogli gelatina
1 cucchiaio succo di limone
2 foglioline menta
3 foglioline salvia ananas
4 foglioline melissa

Per la crema alla vaniglia
150ml latte fresco intero
250ml panna fresca
100g zucchero
1 bacca di vaniglia
2 fogli di gelatina ammollati in acqua fredda per 15’

Per il lemon curd:
2 limoni grossi e non trattati
100g zucchero
50g burro
2 tuorli
1 cucchiaino di maizena (o fecola di patate o farina di riso)

Per guarnire:
4 fragole belline
8 foglioline di melissa

Oltreché:
pentolini vari
4 bicchieri uguali, trasparenti



Il lemon curd: grattugiare la scorza dei limoni, quindi spremerli. In un pentolino sciogliere la maizena nel succo di limone, aggiungere i tuorli sbattuti con lo zucchero e il burro fuso. Mettere sul fuoco basso, a minimo, e portare a bollore mescolando sempre, cuocere per una decina di minuti o finché si sarà raggiunta una consistenza un po’ cremosa. Spegnere, aggiungere le scorze grattugiate, mescolare bene e versare in un vasetto. Far raffreddare perfettamente e conservare in frigo.

La crema alla vaniglia: incidere a metà nel senso della lunghezza la bacca di vaniglia e prelevarne i semini con la punta di un cucchiaino e tenerli da parte. Versare la panna in un pentolino insieme allo zucchero, mettere su fuoco basso e mescolare finché lo zucchero si sarà sciolto. Aggiungere la bacca di vaniglia aperta e portare a bollore, quindi coprire e lasciare in infusione per 10’.  Togliere dal fuoco, eliminare la bacca e  aggiungere il latte in cui si sarà sciolta la maizena. Rimettere tutto sul fuoco, sempre a fiamma bassa, e cuocere, mescolando, fino a ché avrà una consistenza cremosa e densa. Spegnere, aggiungere i semini della vaniglia e mescolare bene. Far raffreddare.

Il coulis di fragole: lavare le fragole e asciugarle delicatamente, mondarle e tagliarle a pezzetti. Frullarle e passare la purea al colino, aggiungendo alla fine un cucchiaio di succo di limone. Scaldare dolcemente in un pentolino un quarto del succo di fragola e scioglierci due fogli di gelatina, mescolando bene. Aggiungere il succo con la gelatina a quello senza, mescolare bene e tenere da parte.

Assemblaggio: versare in ogni bicchierino un po’ di crema alla panna, fino a uno spessore di circa 1cm, mettere in freezer per una decina di minuti per far indurire un po’. Proseguire dunque sempre allo stesso modo (strato di un cm + 10’ di freezer), aggiungendo in sequenza: coulis di fragole, lemon curd, coulis di fragole, crema alla vaniglia. Terminati gli strati fate riposare per qualche ora in frigo o, come ho fatto io, in freezer. Guarnire ogni bicchierino con foglioline di melissa e una fragola e servire :)



Note:
- io, in realtà, non ho conservato il dolce in frigo ma in freezer. Vorrei poter dire che è stata una scelta dettata da un’illuminazione, da un’intuizione da vera gourmet, ma in realtà è solo perché sono stordita :) era buono comunque, molto fresco ed estivo, con un cuore decisamente di ghiaccio però XD 


Con questa ricetta partecipo al contest "piccole dolci delizie" del blog "nuvole di farina" 

sabato 7 aprile 2012

Orzotto alle verdure




Buongiorno a tutti :) 
chi vi scrive è un'assonnata buccia, ancora in pigiama, sveglia da non più di, uhm, diciamo il tempo di fare colazione :) (anche perché non si scrive un blog di pseudo-cucina a stomaco vuoto, no? :P). Galeotto fu Notre-Dame de Paris di Hugo che ieri mi ha tenuta sveglia a leggere più di quanto si conviene a una che se-non-dormo-10h-mi-pare-di-morire. Parte di colpa, ammettiamolo, è anche del mio cervellino bacato che non mi ha ricordato di impostare la sveglia a un'ora decente :P ah, beate vacanze :)
Dunque mi trovo con la colomba da portare avanti, l'impasto della pizza a lunga maturazione da sorvegliare, la mozzarella da comprare, quella tovaglia bellissima rossa coi cuoricini bianchi da prendere e troppo poco tempo per farlo! 
E sono qui a cincischiare, ovvio. Il punto è che, con così poco tempo ci vuole un pranzo veloce ma bbbuono, che mi permetta anche di portare un po' di Friuli in Sardegna (per portare la Sardegna in Friuli ci ha pensato la mia nonnina, altro che uovo di Pasqua, quest'anno ho ricevuto una forma intera di pecorino *_*), ed ecco che entra in gioco l'orzotto! :)

Enjoy!
e buone vacanze :)

Per due persone:
120g orzo perlato
1 carota
1 zucchina
½ porro
¼ cipolla
20g burro
2 cucchiai di grana
250ml brodo vegetale

Sbucciare la carota e la cipolla, mondare la zucchina e il porro e lavare il tutto. Tritare finemente la cipolla, tagliare la carota e la zucchina a cubetti piccoli e affettare sottilmente il porro. Far fondere 10g di burro in una pentola bassa e ampia e rosolarci dolcemente la cipolla. Aggiungere l’orzo e farlo tostare bene, aggiungere le verdure e mescolare bene. Portare a cottura aggiungendo gradualmente il brodo, mescolando sempre, proprio come se si facesse un risotto :)
Mantecare fuori dal fuoco con il burro rimasto e il grana, servire subito.

lunedì 2 aprile 2012

Pollo alle verdure, China-style


Oggi una delle ricette classiche di casa Buccia, per quando c’è poco tempo e soprattutto non si hanno altre risorse se non quello che c’è in frigo/freezer :P
Devo ammettere che ogni tanto ho un irrefrenabile voglia di cucina cinese (dio, la cucina cinese vera della Cina vera non so come sia, diciamo il cinese che si mangia in Italia ecco :) ), e che spesso, più che il richiamo della primavera, sento il richiamo degli involtini primavera.
Però però però spesso, soprattutto di recente, sento una vocina nell’orecchio, un bisbiglio salutista che dice “noooooo, non andare in quel ristorante, che se non stai attenta ti friggono anche le mutande” e dunque ecco che per mettere d’accordo la voce della ragione e la voce dello stomaco qualcosa bisogna inventarsi, ed ecco qui :)


Per due persone:
250g petto di pollo
1-2 carote
1 zucchina
½ porro
2 cipollotti freschi
1 cucchiaio di fecola
1 albume
2 cucchiai di salsa di soya
200ml brodo vegetale
3cm di zenzero fresco
Olio & sale

Tagliare il petto di pollo a cubetti di circa 2cm di lato. Pelare lo zenzero e grattugiarlo finemente. Mettere il pollo in una ciotola con l’albume sbattuto, un cucchiaio di salsa di soya, metà dello zenzero e la fecola sciolta in poca acqua fredda. Lasciar marinare per almeno 20’.
Sbucciare la carota e i cipollotti, mondare la zucchina e il porro. Tagliare la carota e la zucchina a julienne, affettare sottilmente il porro e tritare il cipollotto. Scaldare un cucchiaio d’olio in un wok e soffriggere il cipollotto lo zenzero rimasto. Aggiungere le verdure, saltarle rapidamente a fuoco vivo e metterle da parte.
Saltare il pollo nel wok con la sua marinata, appena diventa bianco sfumare con la salsa di soya e far dorare. Unire le verdure, saltare velocemente, aggiungere il brodo caldo e far addensare, aggiungendo eventualmente un pizzico di fecola (sempre sciolta in un poco di acqua fredda, se no fa i grumi!). Servire caldissimo. 


Inserisco questa ricetta nella raccolta di "le padelle fan fracasso", per la categoria carne, of course :)