Io non sono
una fanatica di interiora, ma non certo
per una questione di stomaco debole, infatti se il fegato alla veneziana, le
bistecche di cuore, i fegatini di pollo non mi fanno impazzire, ci sono due
cose che mi fanno letteralmente uscire di zucca: la testina al forno e la
trattalìa allo spiedo. Babba bia che bontà.
Sarà perché
sono pietanze legate a ricordi di infanzia, ma non le ho mai viste come cose
truculente, ma come regalini che solo nonno e nonna ci facevano, che sicuro mia
mamma non si metteva a spaccare a metà teste di agnello e cuocerle in forno né
tantomeno a lavare intestini per confezionare simpatici involtini di interiora.
Sono il
ricordo delle merende alternative a casa dei nonni, che spesso erano le patate
di nonno, rigorosamente “fritte nell’olio”, come dice lui, che non sia mai
qualcuno pensi che le frigga nell’acqua.
Ma se per caso
qualcuno aveva comprato un agnello e se per caso l’ora della merenda era
passata e si avvicinava l’ora del pranzo o della cena potete stare certi che all’urlo di “chi vuole il cervellino venga quiiiiii” o di “trattalìa prontaaaa!!” noi nipotini ci scapicollavamo come neanche
un nugolo di locuste affamate per accaparracene un po’.
Recentemente,
memore della mia infanzia felice, covavo una certa voglina di trattalìa , che,
lo ammetto, non ho mancato di esternare smaronando sia nonna Cia che zio Br1
con varie e non troppo sottili allusioni ai suddetti bei vecchi tempi andati, finchè, qualche giorno fa le mie preghierine
sono state ascoltate.
Boh, sarà che
il santo protettore delle bucce –che evidentemente ha un po’ di astio per il
santo protettore degli agnelli- mi ha
preso in simpatia, sarà che qui in Sardegna per Pasqua a me hanno regalato le
uova, ma a mio babbo un bell’agnello, e sarà semplicemente che ho una nonnina
adorabile, ma fattostà che i miei desideri sono stati esauditi <3 nbsp="">3>
E quindi
eccola qui, la trattalìa di nonna, una delle cose più megabuonissime e particolari che si possano mangiare in terra sarda :)
Per una
trattalìa (che sfamerà 4 persone di buona forchetta :P):
Le interiora
di un agnello o di un capretto:
fegato
cuore
polmoni
milza
omento[1]
ghiandole varie (parotidi, tiroide, timo)
Intestino (si utilizza solo il tenue)
Un pezzo di lardo
crudo di maiale
Un moddissosu
(= pane di patate) o pasta dura
Sale
Sciacquare
sotto l’acqua corrente i vari organi, lavare molto bene l’intestino: questo è
un punto foooondamentale: l’intestino va sciacquato sotto l’acqua corrente, un
sacco di volte, facendovi scorrere l’acqua sia dentro che fuori l’intestino
stesso, finché sarà perfettamente pulito, roseo, e senza nessun residuo. Importante
è anche che l’intestino non deve essere tagliato, ma và tenuto intero.
Preparare i vari pezzi:
·
tagliare
gli organi in pezzi di circa 5x5cm e tenerli da parte;
·
tagliare il pane in fette di circa 2cm e grandezza
sempre 5x5 (dimensioni orientative, eh!);
·
Tagliare
il lardo di maiale[2] in pezzi
di 5x5cm e spessore di circa mezzo cm.
·
Formare
una matassina ordinata con l’intestino, in modo che quando sarà il momento di
avvolgerlo intorno allo spiedo, non si attorcigli.
Dopo che i pezzi sono tutti pronti, preparare la
trattalìa:
In uno spiedo,
infilare un pezzo di fegato, un pezzo di polmone, poi un pezzo di pane e un
pezzo di lardo (1,2,3).
Continuare alternando pezzi di organi a pane e lardo. avvolgere
il tutto con l’omento (4), fermandolo eventualmente con uno stecchino. Infilzare un
capo dell’intestino nello spiedo, poi arrotolarlo tutto intorno alla trattalìa,
tendendo l’intestino con una mano, e girando lentamente lo spiedo con l’altra:
fare attenzione che la matassina di intestino si svolga ordinatamente o vi
ritroverete con un mega nodo (5) :P
Quando tutta la trattalìa è avvolta, per fermare il capo dell’intestino,
sollevare un pezzo di intestino già avvolto, infilarci sotto il capo libero e
fermarlo con un nodo.
Appoggiare lo
spiedo su una ciotola (6), in modo che l’umidità della trattalìa sgoccioli. Salare
bene la trattalìa su tutti i lati.
Preparare il forno a legna:
in un lato del
forno posizionare il sostegno per lo spiedo, quindi accendere il fuoco.
Quando le
braci sono pronte e il forno caldo, spostare tutte le braci e i tizzoni a lato
del forno e mettere lo spiedo a circa 30cm dalle braci, appoggiandolo sul
sostegno precedentemente posizionato da un lato e fissandolo sul girarrosto
dall’altro. Accendere il girarrosto e lasciare la trattalìa in pace, a cuocere
per circa 40-60’ (7).
A fine cottura
la trattalìa sarà dorata e croccante fuori e tenera dentro ♥
Bloccare il
girarrosto, prendere lo spiedo con uno strofinaccio e appoggiarlo in una
ciotola (9). Tagliare la trattalìa in pezzi di circa 15 cm (8), quindi sfilare i vari
pezzi dallo spiedo (sfilandola intera il rischio che si rompa è più che
concreto :P), aiutandosi con il lato non tagliente di un coltello.
Non resta che
leccarsi i baffi!! *_* a ogni boccone ci sarà il croccantissimo della crosticina esterna, la morbidezza e la scioglievolezza dell'interno *_* robe dell'altro mondo!
questa è nientepopò di meno che la mia proposta per l'MTC di questo mese!
[1] L’omento è una membrana sottile,
ricoperta di tralci di grasso, che dallo stomaco scende sull’intestino
ricoprendolo, come una sorta di grembiule;
[2] Il nonno aveva comprato una coscia di
maiale intera, e noi abbiamo ricavato i pezzi di lardo dal grasso sottocutaneo
della coscia in questione ;)